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Assorbenti lavabili

Una donna in media consuma tra i 12.000 e i 14.000 assorbenti nell’arco di vita del suo ciclo mestruale. Gli assorbenti lavabili sono privi di sostanze allergizzanti e irritanti, traspiranti, comodi ed ecologici.

Come sono fatti

Gli assorbenti lavabili sono composti da più strati di materiale assorbente, naturale o tecnico a seconda delle preferenze, e possono avere uno strato finale in PUL (poliuretano laminato) impermeabile ma traspirante.
Vediamo nel dettaglio i vari materiali e le loro proprietà:
Microsuede: tessuto tecnico sintetico, drenante e molto fresco, apprezzato particolarmente nelle giornate estive. E’ anallergico e antibatterico, ideale per chi ha familiarità con irritazioni e candidosi.
Coolmax: tessuto sintetico costituito da fibre a sezione speciale che consentono una superiore gestione dell’umidità corporea, garantiscono alta traspirabilità, termoregolazione e una piacevole sensazione di freschezza e benessere.
Micropile: tessuto sintetico drenante e soffice, antimacchia e fresco.
Velour di Bamboo: tessuto semi-sintetico per via del processo di lavorazione, risulta particolarmente confortevole in inverno. Una caratteristica unica del tessuto in bamboo è la sua qualità anti-batterica, dovuta ad un bio agente anti-microbico chiamato ‘bamboo kun’ che si trova naturalmente nella fibra: aiuta a ridurre i batteri che prosperano nei vestiti e di conseguenza sulla nostra pelle.
Ha un’ottima assorbenza (circa 60 volte più del cotone), mantiene morbidezza anche dopo molti lavaggi, ma ha tempi di asciugatura più lunghi.
Cotone: il materiale più utilizzato al mondo, da esso si creano inserti dall’assorbenza media, asciugatura media ed economici. Per scelta, abbiamo selezionato solo cotone biologico (organic cotton): la differenza sostanziale sta nella coltivazione del cotone (senza uso di pesticidi o OGM) risultando meno impattante a livello ambientale. Deve essere accompagnato dalla certificazione GOTS

Impatto ambientale

Si stima che in media una donna utilizzi fra i 12.000 e i 14.000 assorbenti o tamponi, durante la sua vita, senza dimenticare che circa la metà della popolazione mondiale è di sesso femminile.
Questo numero corrisponde a circa 2 tonnellate di rifiuto indifferenziabile, che ha un enorme impatto sull’ambiente, sia in fase di produzione che di smaltimento.
Si stima che un singolo assorbente impieghi circa 300 anni per decomporsi, il dato invece aumenta per quanto riguarda i tamponi interni, avendo un involucro di plastica (che ne aumenta anche l’impatto complessivo).
Un anno di utilizzo si traduce in un’ impronta al carbonio di 5,3 kg equivalente di CO2!
Una valutazione del ciclo di vita dei tamponi, da parte del Royal Institute of Technology di Stoccolma, ha rivelato che il maggiore impatto di questi prodotti sul riscaldamento globale era dovuto alla lavorazione del LDPE (polietilene a bassa densità), un termoplastico utilizzato negli applicatori di tamponi e nel backsheet in plastica degli assorbenti igienici, che richiede grandi quantità di energia generata dai combustibili fossili.
Se consideriamo poi l’inquinamento delle ingenti quantità di acqua richieste in fase di produzione, la dispersione di Metalli pesanti, furani e diossina sia in fase produttiva che di smaltimento, abbiamo un quadro importante sul peso che la nostra scelta puo’ avere.
Bastano invece tra i 15 e i 30 assorbenti lavabili (o una singola coppetta mestruale), per circa 10/12 anni.
E’ un gesto semplice, ma un concreto passo verso la giusta direzione.
Ricorda: There is no planet B

Salute femminile

Ogni singolo giorno, milioni di donne hanno le mestruazioni. 
Quello che molte di queste donne non sanno è che non esiste una ricerca che dichiari inequivocabilmente che i prodotti usa&getta per l’igiene femminile siano sicuri.
Studi indipendenti realizzati da organizzazioni per la salute delle donne hanno individuato sostanze chimiche preoccupanti nei tamponi e negli assorbenti come la diossina, un prodotto residuale dello sbiancamento al cloro, iscritta dall’Environmental Protection Agency nella lista delle sostanze pericolose per l’uomo (studi hanno rilevato che l’esposizione alla diossina causa problemi riproduttivi, danneggia il sistema immunitario e funge da disturbatore endocrino)
Non esiste una regolamentazione internazionale riguardo l’obbligo di dichiarare le componenti degli assorbenti (cosi come per i pannolini), non è quindi dato sapere per certo cosa contengano al loro interno.
Lo strato più esterno è costituito da uno strato di materiale plastico (polietilene), mentre il nucleo assorbente è spesso costituito da SAP (poliacrilato di sodio), un polimero superassorbente di cui si sa ancora poco, dato che è stato scoperto e impiegato solo dagli anni ‘80. 
Il SAP era presente anche nei tamponi interni, almeno fino al 1985 quando fu correlato alle morti per sindrome da shock tossico e rimosso dai tamponi femminili.
Le informazioni limitate e la mancanza di studi non ci permette di sapere di preciso quali sostanze chimiche e impurità ci sono al loro interno e il loro effetto a lungo termine.
Alcuni studi hanno correlato la presenza di diossina (sottoprodotto generato dallo sbiancamento al cloro) con l’endometriosi.
Queste informazioni non vogliono essere motivo di allarme o ansia, ma un invito ad una scelta consapevole e salutare.
Possiamo cercare prodotti che riportino le seguenti diciture, non sempre facile, ma possibile:
Chlorine free: l’assenza di cloro ci da una buona garanzia sul metodo di lavorazione e lascia supporre che non ci sia presenza di diossina nei prodotti.
BPA e Ftalati free: queste sostanze hanno importanti effetti sul sistema endocrino, agiscono come ormoni
Parfum-free: i profumi sintetici sono sostanze altamente irritanti e allergizzanti. Essendo coperti da segreto industriale, non è dato sapere che componenti vengono utilizzate e la loro effettiva pericolosità. 
Coloranti free : spesso i coloranti contengono tracce di metalli pesanti.
Gli assorbenti lavabili, oltre a costituire un’alternativa più ecologica, sono privi di profumi, petrolati e altre sostanze chimiche che, specie con l’uso prolungato, possono causare problemi di irritazioni, intolleranze e, talvolta, persino allergie. 
Un kit completo di assorbenti lavabili costa in media fra gli 80€ e i 150€ e ha una durata media di 10/12 anni. 

Quanti me ne servono?

La risposta a questa domanda è estremamente soggettiva, perchè legata alle caratteristiche uniche di ogni donna. 

  • Durata del ciclo
  • Tipo di flusso (abbondante, normale, scarso)
  • Esigenze o abitudini particolari
  • Frequenza di lavaggio

Indicativamente, per un flusso normale di durata media, si stimano circa 10/15 assorbenti.
Si parte sempre con alcuni pezzi di prova, per trovare l’assetto corretto e capire le nostre preferenze, considerando che in media i lavabili assorbono circa il doppio degli usa e getta (questa scelta vi darà modo di conoscervi meglio anche sotto questo punto di vista!)

Come si lavano?

Sul web si trovano tantissime indicazioni sul lavaggio, molte senza base scientifica, contraddittorie.
Abbiamo creato questo vademecum per il lavaggio degli assorbenti basandoci sulle più recenti ricerche, interpellando esperti in detergenza e chimica e verificando le esperienze personali.
Vi farà piacere sapere che gli assorbenti lavabili si lavano in lavatrice! 😉
Con alcuni semplici accorgimenti, la routine di lavaggio non vi porterà via più del tempo che impieghereste ad uscire per acquistare gli usa&getta.

Assorbenti nuovi

Prima di utilizzarli, c’è bisogno di un lavaggio preparatorio per rimuovere i residui di lavorazione che servirà anche per raggiungere una buona assorbenza (i tessuti naturali in particolare raggiungono la massima assorbenza solo dopo alcuni lavaggi).

Fondamentale per un lavaggio corretto, per preservare i tessuti e evitare irritazioni, è utilizzare detersivi ecologici, senza candeggianti, sbiancanti ottici, ammorbidenti o profumi 

Procediamo quindi con uno o più lavaggi con poco detersivo (ne basterà un terzo della dose consigliata dal produttore) a 40° gradi.

Una volta lavati, stendiamo al sole con il lato in pul protetto dai raggi.

Se il ciclo è ancora lontano, il nostro consiglio è quello di aggiungere i vostri assorbenti alle lavatrici delicate almeno un paio di volte, così da renderli già performanti e pronti per il loro utilizzo.

Routine di lavaggio

Dopo l’uso, sciacqua in abbondante acqua fredda (il caldo fissa le macchie) finchè non vedi l’acqua rosata. Schiaccia l’assorbente senza torcerlo (questo rovinerebbe il pul rischiando di comprometterlo) per togliere l’eccesso d’acqua e riponilo quindi in un bidoncino con coperchio oppure in una lady bag i tuoi assorbenti in attesa della lavatrice (entro il terzo giorno dall’uso).
Un accorgimento utile è quello di richiudere a pacchetto l’assorbente umido per evitare che si secchi: ferro e proteine contenuti nel sangue infatti seccandosi si fissano ai tessuti rendendo più difficile la rimozione delle macchie.
Gli assorbenti si lavano in lavatrice entro il terzo giorno, con un ciclo a 40°.
Possono essere lavati insieme al resto del bucato, dato che il sangue mestruale (in assenza di infezioni) è sterile.
Utilizzare un detersivo contenente Protease aiuta nella rimozione delle macchie perchè questo enzima si lega alle proteine contenute nel sangue.
Aggiungi ad ogni lavaggio l’acido citrico per riequilibrare il ph e rimuovere eventuali tracce di detersivo.
Una volta completato il ciclo di lavaggio, stendi al sole per un effetto smacchiante e igienizzante.
Il gioco è fatto!

E quando sono fuori casa?

Uno dei dubbi più grandi e delle domande frequenti che mi vengono poste, riguarda la gestione fuori casa dei lavabili. 

In realtà è davvero semplice, anzi, personalmente li trovo anche più comodi degli usa e getta: a chi non è capitato di doversi cambiare in toilette senza cestino e non sapere dove buttare l’assorbente? 

Quando siamo fuori e dobbiamo cambiarci, vengono in nostro aiuto le lady bag, delle comode borsine a una o due zip, in PUL  impermeabile, in cui riporre i nostri assorbenti. 

Chiudi a pacchettino l’assorbente sporco e riponilo nella lady bag. Una volta a casa lo sciacquerai sotto l’acqua fredda per pretrattarlo prima del lavaggio.