Protezione fa rima con… PREVENZIONE

Ed è proprio questa associazione che dovremmo sempre ricordare quando pensiamo al sole. Un’esposizione sana e consapevole al sole ti permetterà di godere degli indubbi benefici, proteggendoti invece dagli effetti negativi, spesso sottovalutati, che vanno dalla disidratazione agli eritemi fino ai danni energetici come l’invecchiamento precoce fino a quelli degenerativi come i melanomi. Questi ultimi in forte aumento negli ultimi 30 anni.

In questo articolo, oltre ad offrirti le informazioni utili per godere del sole in sicurezza, affronteremo il tema della sostenibilità delle protezioni solari. Quali sono le accortezze da tenere e le componenti da evitare, per tutelare l’ambiente marino? Quali sono le conseguenze? Queste alcune delle domande cui daremo risposta

L’uso di una protezione solare, insieme a tutti gli altri espedienti per una corretta esposizione (di cui parleremo tra poco) è fondamentale.
Ma altrettanto importante è fare delle scelte che rispettino l’ambiente, e tutelino l’ambiente marino e la sua biodiversità.
L’importanza di questa scelta risulta chiara se pensiamo che solo nei mari tropicali ogni anno vengono rilasciate dalle 6.000 alle 14.000 tonnellate di creme che raggiungono le barriere coralline.
“Noi siamo ambiente”
La terra è un sistema chiuso, dove tutto è collegato: ecco che una crema solare, moltiplicata per il numero di persone che la usa nel mondo, genera un impatto su larga scala che non possiamo ignorare.

Termini Scottanti

Per ridurre realmente il nostro impatto sull’ambiente e fare scelte consapevoli per la nostra salute, è fondamentale la conoscenza: partiamo quindi da alcune definizioni che ti saranno utilissime per orientarti.

Raggi UV

Indica la radiazione più energetica del sole. Si distingue in:

  • UVC: i più potenti e pericolosi, ma anche quelli che meno ci raggiungono grazie all’azione protettiva della stratosfera
  • UVB: Meno penetranti, colpiscono l’epidermide, cioè lo strato superficiale della pelle. Se da un lato favoriscono l’assorbimento della Vitamina D, dall’altro un’esposizione non controllata causa scottature, eritemi, disidratazione
  • UVA: i raggi più dannosi perché molto penetranti. Raggiungono il derma e possono alterare la struttura delle fibre di collagene causando invecchiamento precoce e meccanismi degenerativi come i melanomi.

MELANINA

Famiglia di molecole con lo scopo di proteggere il DNA e i folati dall’azione distruttiva dei raggi UV – Alterazioni del DNA causano mutazioni che possono indurre le cellule a riprodursi in modo incontrollato (cellule tumorali) – I folati sono indispensabili per la riproduzione e lo sviluppo del feto (presente l’acido folico che si prende in gravidanza?) Sulla carta la natura ci ha dotati di un sistema di protezione, che però non è sufficiente da solo per proteggerci completamente!

SPF

o ‘Sun Protection Factor’ cioè il fattore di protezione.

Puo’ riportare diversi gradi, dal 10 fino al 50. Maggiore sarà il numero, più alta sarà la protezione. Attenzione: non indica l’efficacia! Va scelto in base al proprio fototipo. In soldoni indica il numero di volte ‘guadagnate’ prima di scottarsi.

Es: Asdrubale, senza nessuna protezione, prende il sole e si scotta dopo 10 minuti. Se Asdrubale mette la crema solare con SPF 20 ritarderà di 20 volte l’eritema solare. Quindi Asrdubale sarà salvo per circa 3 ore

La scelta del fattore di protezione è inversamente proporzionale al fototipo. Va anche tenuta a mente l’età (sotto i 6 anni è sempre indicata la SPF 50) ed eventuali sensibilità.

fototipo

E’ la classificazione dermatologica del tipo di pelle di una persona e della sua sensibilità all’esposizione solare. Viene determinato dalla quantità e qualità della melanina presente nella pelle e che ne determina il colore.

  • FOTOTIPO 1: pelle molto chiara, capelli rossi o biondi, occhi chiari, lentiggini
  • FOTOTIPO 2: Pelle chiara, capelli e occhi chiari
  • FOTOTIPO 3: Pelle chiara, occhi e capelli bruni
  • FOTOTIPO 4: Pelle olivastra, capelli e occhi bruni
  • FOTOTIPO 5: Pelle scura, occhi e capelli scuri, bruni/neri
  • FOTOTIPO 6: Pelle nera, occhi e capelli scuri

Filtro fisico o Chimico? 

I solari non si distinguono per la loro efficacia, ma per la formulazione e per il meccanismo con cui agiscono: rifrazione o assorbimento e dispersione. In base al meccanismo d’azione si distinguono in

FILTRI FISICI

Agiscono come degli specchi sui raggi.

Detti anche schermanti, sono piccole particelle minerali che riflettono i raggi solari e impediscono loro di raggiungere la pelle. A differenza dei filtri chimici, non trattengono il calore, non vengono scomposti, non interagiscono e non si alterano con i raggi solari. Respingono sia raggi UVA che UVB Sono fotostabili, inerti, hanno minor potere allergizzante e ad oggi vengono considerati i più sicuri per l’uomo e per l’ambiente nella loro forma MACRO o NON-NANO* I più utilizzati sono OSSIDO DI ZINCO e BIOSSIDO DI TITANIO *per legge in etichetta deve essere riportata la dicitura NANO

FILTRI CHIMICI

Sono molecole che imitano l’azione della Melanina Assorbono i raggi e li disperdono.

Detti anche organici, sono sostanze di sintesi che catturano i raggi UV attraverso assorbimento, poi rilasciano l’energia. Risultano più economici e più facili da spalmare. Sono però anche più allergizzanti e sensibilizzanti. Sono sotto i riflettori della comunità scientifica da diversi anni per i loro effetti non solo sull’ambiente marino, ma anche per i possibili effetti sulla salute

Filtri solari e Ambiente Marino

Il nostro tuffo nell’acqua cristallina del Mediterraneo, così come la doccia a Cortina, diventa fonte di inquinamento ambientale, marino nello specifico, Giacché la crema solare, prima o dopo viene lavata. Se ne sono accorti anche isole come le Hawaii, Palau, Bonaire etc., che dell’ecosistema marino e delle colorate barriere coralline ne hanno fatto le colonne portanti del loro turismo ed economia . Il 1° gennaio 2021 lo stato delle Hawaii ha approvato il trattato che prevede il divieto di uso di creme solari contenenti oxybenzone e octinoxate. Queste sono le due sostanze maggiormente incriminate, e che, nonostante la Letteratura scientifica parli chiaro, vengono ancora largamente utilizzate nella composizione di moltissime lozioni solari maggiormente commercializzate.

Tra i vari effetti studiati sugli organismi marini, il maggiormente citato è lo sbiancamento dei coralli. Con questo termine si indica la perdita di pigmentazione del corallo, data dal danneggiamento del rapporto foto sintetico con una microalga simbionte. L’effetto finale è la morte del corallo stesso. I coralli sono organismi fondamentali dell’ecosistema marino. Essi infatti vengono definiti bioengeneer, offrendo una dimora fisica e strutturata per molte specie marine, nursery e riparo da predatori. Creano una barriera fisica contro le mareggiate, abbattendo il fenomeno di erosione delle spiagge. Assorbono grandi quantità di CO2; e senza di essi si andrebbe incontro ad un ulteriore aumento dell’anidride carbonica disciolta, e quindi all’acidificazione dei mari.

Ma lo sbiancamento non è purtroppo l’unico effetto riscontrato. Sono stati riportati in Letteratura anche :

  • danni genetici e a volte perfino morfologici delle larve di gasteropodi bivalvi ( es. cozze) e di ricci di mare.
  • interferenze endocrine, sia sugli assi sessuali (riduzione della fertilità nei pesci, inversione sessuale…) che tiroidei (alterazione della crescita)
  • alterazione della popolazione algale (sviluppo maggiore di dinoflagellate, causa principale del fenomeno delle maree rosse o red tydes)
  • accumulo e biomagnificazione nei predatori apicali della catena trofica
  • passaggio da madre a feto nei mammiferi marini, sia via transplacentare che attraverso il latte materno.

Tutti effetti e comportamenti paragonabili ai contaminanti ambientali più noti, come PCBs e diossine.

Sotto i riflettori degli scienziati ambientali però non ci sono finiti solo l’oxybenzone (o benzophenone 3) e l’octinoxate, ed è emerso che numerosi filtri, specialmente di natura organica, possono arrecare danni all’ambiente marino. Tra questi:

  • Benzofenone-2
  • Ottocrilene
  • 4-Metilbenzilidene Canfora
  • Derivati del PABA
  • Salicilato di ottile (Ethylhexyl Salicylate)
  • Omosalato
  • Avobenzone (Butyl Methoxydibenzoylmethane)
  • Anche tra i filtri fisici, la scelta di molecole non-nano può fare la differenza.

Per chi volesse approfondire, un’interessante ed esaustiva review del 2021 redatta dall’Università di Siena . Caloni, S., Durazzano, T., Franci, G., & Marsili, L. (2021). Sunscreens’ UV Filters Risk for Coastal Marine Environment Biodiversity: A Review. Diversity, 13(8), 374.

Consigli per un’abbronzatura sicura e sostenibile

Godere di una giornata di sole estivo è uno dei piaceri della vita e, se preso responsabilmente, è anche un toccasana per la salute!

  1. Evita le ore più calde: tra le 11 e le 16
  2. Scegli la protezione solare in base al tuo fototipo
  3. Applica il solare prima di esporti e ogni 2/3 ore
  4. I bambini sotto i 3 anni non dovrebbero esporsi in modo prolungato al sole diretto
  5. Esponiti gradualmente per aiutare la pelle ad adattarsi
  6. Cura l’idratazione: sia bevendo molto/mangiando frutta e verdura, sia utilizzando prodotti che contengano idratanti (olio di mandorle, vitamina E, olio di jojoba ecc)

Proteggere l’ambiente significa proteggere anche noi stessi. La scelta del solare diventa quindi un’azione con un peso importante.

  • scegli filtri fisici minerali non-nano senza additivi come parabeni, ftalati o triclosan
  • water resistant
  • Se puoi, opta per un packaging plastic-free
  • Controlla l’INCI e non fermarti agli slogan in etichetta
  • Se hai dei dubbi, fai domande!

I filtri solari che trovi sul sito qui, sono stati scelti con cura maniacale seguendo tutti i punti di questa lista. Salva la lista, ti sarà utile anche nelle circostanze in cui non potrai affidarti a noi!

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